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Eppure mai

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Stavamo là

dove la baita mugghiava,

forte dei nostri inferni

 

io e te

 

nella tumultuosa elegia

della carne,

uliveti ardenti

a ricevere l'unzione...

 

Eppure mai ti dissi

'simile',

ma continuai a lasciar

traspirare i cieli

sulla ferita inferta

dal tuo pugnale;

 

colombe più bianche

corolle più piene

per il limpido trastullo

delle mie libellule d'oro.

 Vincenzo Corsaro - 15/11/2023 12:08:00 [ leggi altri commenti di Vincenzo Corsaro » ]

"E accadde che quello che l’amore aveva costruito fu distrutto,
il silenzio si stese su di me
e l’indifferenza posò la mano sul mio cuore.
I sogni piansero
e le speranze si dispersero,
mentre l’amore fu ridotto a brandelli
come uno straccio consunto.
Niente rimase di ciò che era."

Cara Annalisa, dici bene alla fine. Le ferite prima o poi si cauterizzano e nel frattempo fuoriesce tutto ciò che vi era di malsano e si riempie nuovamente di noi stessi. Questa poesia la sento molto, per esperienza ma anche grazie a come l’hai scritta. Una serena giornata, un grazie e un ciao :)

 Caterina Alagna - 15/11/2023 11:54:00 [ leggi altri commenti di Caterina Alagna » ]

È una poesia stupenda, molto elevata. A me fa pensare a quante volte sopportiamo le ferite che ci vengono inferte da coloro che amiamo o che crediamo amici. Non so se è questo il verso significato, ma mi ha dato modo la tua poesia di riflettere su questo.

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